Pino Pinelli Mauro Staccioli
Venerdì 24 giugno 2016 inaugura la settima edizione di Arte Contemporanea a Villa Pisani, progetto che con cadenza biennale invita artisti contemporanei a ideare e realizzare opere inedite per la Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo nel vicentino, capolavoro giovanile dell’architettura di Andrea Palladio.
Quest’anno gli artisti chiamati a misurarsi con l’identità morfologica e significante di questo luogo sono Pino Pinelli e Mauro Staccioli.
Il progetto, avviato nel 2007 da Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, proprietari della Villa, è coordinato da Luca Massimo Barbero e curato da Francesca Pola, realizzato dall’Associazione Villa Pisani Contemporary Art in collaborazione con A arte Invernizzi. Le opere realizzate dai due artisti sono pensate per dialogare con il luogo e gli spazi di una dimora abitata, in una dimensione privata e vissuta che non è soltanto uno spazio espositivo, ma diviene luogo di una memoria attiva e creativa, che nella relazione propositiva con la sua identità storica apre al visitatore inedite coordinate di esperienza.
La mostra concepita da Pino Pinelli (1938, Catania) per gli spazi di Villa Pisani presenta opere che abitano il salone centrale dell’edificio in un percorso dal ritmo insieme preciso e libero, interpretando la dialettica tra razionalità ed espressività caratteristica dell’architettura di Andrea Palladio. Nelle opere per Villa Pisani – dichiara l’artista - in luogo dei miei più consueti colori fondamentali (il rosso, il blu, il giallo), ho scelto colori come il bianco, il grigio, il nero, perché vedo il mio intervento un po’ come arpeggiare con una piuma attraverso questi spazi. Sono grandi frammenti, masse di pittura, concepiti come grandi “artigliate” di colore, con gesti che si ripetono e si reiterano, anche a distanza di tempo tra loro: voglio che questi lavori si “spostino” idealmente nello spazio, proprio a disarticolare la regola palladiana. La rottura del perimetro ortogonale e concluso della tradizionale monade pittorica, che Pinelli persegue dalla metà degli anni Settanta come frammentazione e disseminazione dell’opera nello spazio, è per lui il modo di ridefinire una pittura nella quale si coniugano la gestualità lenta e stratificata della creazione e quella scattante e dinamica dell’estensione. I lavori a Villa Pisani che percorrono le pareti riscrivono il fare pittura in una nuova sintassi: non come tela, colore, quadro, ma come frammenti di concretezza umana che accadono nello spazio. Corpi di pittura che, nonostante la propria plasticità, non si tramutano in scultura, ma si fanno metafore concrete di un muovere, uno spostare continuamente lo spazio sul margine di quella soglia che, al contempo, all’immagine pittorica ci congiunge e separa.
Mauro Staccioli (1937, Volterra) ha scelto di intervenire sul margine dello spazio attorno all’edificio di Palladio, mettendosi idealmente in relazione con l’angolo sinistro della facciata principale. Osservando la sua scultura dall’edificio, essa funziona come un ponte d’ideale connessione tra due grandi alberi, inserendosi otticamente tra di loro, e mettendosi anche in relazione fisica con il muro esterno di cinta. La forma della scultura, la cui colorazione rossastra sottolinea la sua alterità di entità costruita nel presente (rispetto sia al contesto naturale sia all’edificio rinascimentale), è quella della sezione anomala di una sfera. Il lato corto della sua morfologia indicativamente triangolare, è arrotondato in una ogiva allungata, che produce un effetto dinamico, di movimento e sospensione ulteriore della sua già intenzionalmente precaria collocazione. La mia “scultura intervento” per Villa Pisani - nella parole di Staccioli - è come il materializzarsi di un cono ottico allungato: lo spicchio di una grande sfera, che si colloca tra due alberi accanto alla facciata principale, quasi sospesa sul margine del declinare del prato. Misura e collocazione di questa forma rossa prendono corpo nel rapporto con l’edificio di Palladio, in un equilibrio sospeso che modifica la
percezione del luogo e si muove tra natura e architettura, a seconda di un punto di vista che muta continuamente nel percorrere questo spazio. La scultura, idealmente, vola: e il suo volo scaturisce dall’angolo.
La “scultura intervento” di Mauro Staccioli nasce all’inizio degli anni Settanta come interpretazione attiva e lettura modificatrice dei luoghi e delle loro identità morfologiche e significanti. Ad ogni nuova occasione, l’artista ridefinisce le loro coordinate di esperienza senza tradirne l’identità, ma facendone anzi emergere un’autenticità sempre nuova. Il rapporto tra scultura e luogo non è quindi puramente di collocazione e dislocazione, ma di autentica e profonda integrazione germinativa: più che di luogo di destinazione, è corretto in questo caso parlare di luogo di generazione, perché tutta la sua scultura non è che un interpretare il nostro attraversare e trasformare il mondo.
La mostra intende accogliere il visitatore come vero e proprio ospite in una casa, nella quale le opere di Pinelli e di Staccioli si integrano con la Villa, così come i lavori nati negli anni precedenti dal dialogo stabilito con questi spazi da altri dodici artisti internazionali, quali Nelio Sonego e Michel Verjux (2007), Igino Legnaghi e François Morellet (2008), Alan Charlton e Riccardo De Marchi (2009), David Tremlett e Bruno Querci (2010), Arthur Duff e Niele Toroni (2012), Nicola Carrino e Arcangelo Sassolino (2014). Alcune delle opere esposte sono ad oggi ancora parte della Villa e del parco, concepite per essa e inserite armoniosamente nell’intero complesso, e facendo così di Villa Pisani un luogo attivo e vitale della storia all’incontro con la contemporaneità.
Agli interventi di Pinelli e di Staccioli sono dedicati due cataloghi monografici bilingue, che contengono l’introduzione di Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, i testi critici di Luca Massimo Barbero e di Francesca Pola, apparati bio-bibliografici degli artisti e le immagini delle opere realizzate a Villa Pisani.
Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo, progettata da Andrea Palladio a partire dal 1541, al ritorno dal suo primo viaggio a Roma, e realizzata tra il 1544 e 1545, è forse l’opera più rappresentativa del periodo giovanile della sua attività e con essa inizia la collaborazione con la Repubblica veneziana. Ispirata alla monumentalità della Roma imperiale, Villa Pisani rappresentava l’affermazione del potere di Venezia sulla terraferma: la dimora rappresentativa e vivibile nello stesso tempo, controllava il territorio agricolo circostante, mentre la posizione sul fiume la collegava alla Serenissima per i trasporti di persone e di merci. La Villa presenta la facciata principale verso il fiume, mentre il retro si rivolgeva verso le zone lavorative del complesso.
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ARTE CONTEMPORANEA A VILLA PISANI
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