LA VILLA

ARTE CONTEMPORANEA A VILLA PISANI

LE MOSTRE DI VILLA PISANI 1995-2006

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Progetto Arte Contemporanea a Villa Pisani:
Nelio Sonego - Michel Verjux : 27 Settembre - 4 Novembre 2007

NELIO SONEGO - MICHEL VERJUX

Immagini Esposizione - Critica - Catalogo Mostra

Francois Morellet: 21 Giugno - 8 Novembre 2008 Nelio Sonego - Michel Verjux

Coordinatore progetto
Luca Massimo Barbero
Curatore mostra
Francesca Pola
Organizzazione
Associazione Culturale
Villa Pisani Contemporary Art
in collaborazione con
A arte Studio Invernizzi

Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo - Architetto Andrea Palladio torna all'inizio pagina

Nelio Sonego

Lavorando a Villa Pisani
Questa occasione mi ha dato la possibilità di raffrontare il mio lavoro, fondato sulla
velocità esplosiva del segno, con la potenza architettonica della cinquecentesca villa creata dal Palladio.
I miei lavori, autonomi nel concepimento, sono però stati pensati anche in relazione
alle proporzioni strutturali della villa. Come il ritmo della villa Palladiana è nato in base a un progetto poi successivamente realizzato, così quello del mio lavoro è basato su una concezione antecedente il suo farsi, nel senso che il mio lavoro nasce nella mia mente e prorompe in repentina scarica di energia in concreti segni però controllati. L’intervento che ho realizzato nella sala centrale l’ho pensato in relazione alle proporzioni dello spazio e il veloce ritmo dei miei segni si contrappone e si integra
con quelle della villa dialogando con i colori degli affreschi e il tempo meditativo della loro realizzazione.
Nella sala di destra a quella centrale ho pensato invece di realizzare un intervento verticale che richiama la costruzione anche di quella centrale e che si ricollega direttamente ai titoli delle mie opere Orizzontaleverticale così riproducendo anche visivamente il senso del mio lavoro in questa villa.
Gli interventi negli spazi sottostanti il corpo centrale della villa li ho concepiti in modo inconsueto per creare una armoniosa unicità fra le mie opere e l’ambiente. Nello spazio con i mattoni a vista ho realizzato una serie di lavori in bianco e nero, in quello con l’intonaco a nuovo, opere colorate: ho ritenuto che la percezione di queste opere fosse più intrigante srotolando a terra le opere di grande dimensione ed esponendo a muro i lavori più piccoli.
Come già ho scritto in altre occasioni, la mia pittura è ossessività che accade, energia che prorompe e si imprime sulla tela e la mia coscienza ne organizza il suo farsi immagine.

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Nelio Sonego
Working at Villa Pisani

This occasion allows me to compare my work, based as it is on the explosive speed of marks, with the architectural power of this sixteenth century villa created by Palladio.
My works, though quite independent in conception, have been planned in relation
to the structural proportions of the villa.
Just as the rhythms of Palladian villas derive from a plan that was realised later on, so those of my work are based on a concept arrived at earlier than their actual making, in the sense that my work is born in my mind and is formed unexpectedly by concrete yet controlled marks.
The work I have made for the central hall was decided on in relation to the proportions of the space, and the speedy rhythms of my marks are both opposed to, yet integrated in, those of the villa through a dialogue with the colours of the frescos and the meditative time of their execution.
In the room to the right I thought, instead, of a vertical intervention that might also echo the construction of the central hall and that is linked to the titles of my works Orizzontaleverticale, in this way visually reproducing the sense of my work in this villa.
I conceived of the works in the space beneath the central part of the villa in such an unusual way as to create a harmonious unity between my works and the setting. In the area with bare brickwork I placed a series of black and white works while, for the plastered areas, I have created coloured pieces. I believe that the perception of these works might be more fascinating by unrolling the larger ones on the floor and by exhibiting the smaller ones on the walls.
As I have already written on other occasions, my painting is an obsession that comes into being, an energy that explodes and impresses itself on the canvas; my mind organises its way of becoming an image.

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Michel Verjux
Repliche per una villa palladiana, il luogo e la luna

18712
(Parigi, prima di partire domani per l’Italia.)
Annoto l’osservazione del celebre architetto del Rinascimento Andrea di Pietro della Gondola, più conosciuto sotto il nome di Andrea Palladio, che ha concepito la Villa Pisani, là dove devo recarmi.Nella sua opera I quattro libri dell’Architettura, Palladio scrive: “Tre cose in ciascuna fabrica (come dice Vitruvio) deono considerarsi, senza le
quali niuno edificio meriterà esser lodato; & queste sono, l’utile, ò commodità, la perpetuità, & la bellezza. [...] La bellezza risulterà dalla bella forma, e dalla corrispondenza del tutto alle parti, delle parti fra loro, e di quelle al tutto: conciosianche gli edificij habbiano da parere uno intiero, e ben finito corpo: nel quale l’un membro all’altro convenga, & tutte le membra siano necessarie à quello, che si vuol fare.”1
18713
(Arrivato nel primo pomeriggio alla Villa Pisani, a Bagnolo di Lonigo, nei pressi di Vicenza, per la mia mostra con Nelio Sonego, il mese prossimo. Tempo bellissimo.)
Come indicare, con un po’ di luce, quel che già esiste, lì, sotto i nostri occhi, soprattutto quando ogni cosa sembra così giusta e bastare a se stessa? Come, nello stesso tempo - nello stesso spazio e la stessa materia e la stessa luce - simbolizzare il mondo che si espone al nostro sguardo? Come rispondere in modo particolare, qui, a questa architettura ed a questo paesaggio che sembrano non dover subire più nessuna aggiunta? Come inserirsi in questa costruzione tipica del Rinascimento italiano, concepita nel ‘500 dal Palladio - la Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo - impressionante certo, ma semplice, equilibrata, funzionale e razionale, e come trovare
il miglior modo di far parte di questo paesaggio? E poi come trovare il modo di sentirsi immediatamente, particolarmente ed esistenzialmente in presenza di questo luogo circostante e contemporaneamente d’interagire fisicamente, di prenderne e di comprenderne la chiarezza e l’utilità, il rigore e la bellezza.
18714
(Villa Pisani, Bagnolo di Lonigo. Ieri sera, tentativi di riprese fotografiche. Tempo splendido, un caldo piacevole, plenilunio.)
Le due opere da me concepite per la Villa Pisani possono essere viste come risposte, in contrappunto, abbastanza discrete ma anche abbastanza presenti, al gesto del Palladio. Si tratta d’illuminazioni artificiali alla maniera della luce proiettata, direzionale, inquadrabile e focalizzabile: quattro proiezioni di luce che si danno la replica, a due a due. All’interno, nel salone centrale che accenna la forma di una croce, di sera o di notte, due proiezioni, quasi identiche, una di fronte all’altra. Ciascuna è la replica dell’altra. Il flusso di queste luci proietta due dischi interi, la cui metà inferiore è piana su ciascuno dei due muri (eccettuate le due aperture quadrate che costituiscono i due finestrini murali interni) e la metà superiore è deformata da ciascuna delle due grandi finestre “termali”, semicircolari, che combaciano con la volta a tutto sesto. All’esterno, al calar della notte, altre due proiezioni, da un lato e dall’altro dell’edificio, ricoprono di luce gli orli delle facciate est ed ovest; proiezioni queste, tangenti agli angoli di ogni facciata, e quindi tagliate nettamente da essi. Di tipo identico, ognuna è la replica dell’altra. Ma sono due mezzi dischi di luce che sono come due complementi, spazialmente distanti e invertiti. Queste ultime proiezioni, poste alle due estremità della diagonale del piano della costruzione, da una parte e dall’altra dell’asse mediano che attraversa la villa, illuminano, indicano ed “aprono” i due angoli opposti del volume, dell’involucro di questo pezzo d’architettura. Ma non dimentichiamoci la luna, anche se non è una mia creazione!
La luna che fa parte completamente di quel che si presenta al nostro sguardo, così come il cielo, l’orizzonte mezzo rurale e mezzo urbano e tutto il resto del paesaggio notturno. Quando si trova nell’angolo di vista del visitatore e quando è visibile, la luna è proprio nel punto di mira (come questa notte); ed è uno splendore!
18715
(Villa Pisani, Bagnolo di Lonigo. Riprese fotografiche, sotto la pioggia, ieri sera.)
Alle quattro proiezioni di luce, installate temporaneamente, e funzionanti per intermittenza, aggiunte all’architettura ed alla sua posizione, si è aggiunta anche la pioggia. E sta di fatto che la visibilità della luna è scomparsa...Tutto quel che viene ad apparire è per forza destinato a scomparire, un giorno o l’altro? Non solo gli utenti oppure i visitatori del posto, ma anche le opere, come pure la villa ed il luogo, niente di tutto questo sta qui per l’eternità. E nemmeno la luna d’altronde.
È solo questione di tempo: dura quel che dura! Non si potrebbe tuttavia sperare che l’arte possa ancora apparire come un campo nel quale sia possibile, nel nostro mondo ed alla nostra epoca, chiederci perchè quel che è evidente, semplice ed universale (o per lo meno durevole) può sembrare così bello ai nosri occhi, ed anche così buono per i polmoni, se ci è permesso dirlo, in poche parole così stimolante per la salute psichica, fisica ed intellettuale?
C’è forse modo in tutto questo di vedere le cose dall’alto? C’è modo di avere una.visione a lungo termine oppure ci si deve accontentare di una visione a breve, molto breve, scadenza, o perfino della cecità? Una banale utilità o soltanto un pizzico di vanità? Un’ombra di lucidità o un’eccedenza d’ingenuità? Un po’ di realismo o troppo idealismo?
“Non dimenticare che qualche volta della correttezza di un punto di vista si viene convinti dalla sua semplicità o dalla sua simmetria; cioè: talvolta sono la semplicità o la simmetria a indurci a passare a questo punto di vista. Allora si dice semplicemente:
Così dev’essere”,2 ci dice Ludwig Wittgenstein, con una certa franchezza, ma anche con molta chiarezza e molta pertinenza.
(Brani scelti dagli Appunti numerati, da me scritti in occasione dei 18712, 18713, 18714 e 18715 giorni della mia vita e in merito al mio intervento per la mostra Nelio Sonego, Michel Verjux a Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo dal 29 settembre al 4 novembre 2007; mostra organizzata dall’Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art in collaborazione con A arte Studio Invernizzi, Milano.)

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Michel Verjux
Répliques, in response to a Palladian villa, its site and the moon

18712
(Paris, before leaving tomorrow for Italy.)
I note down this remark made by Andrea di Pietro della Gondola, known as Andrea Palladio, the famous Renaissance architect, who designed the Villa Pisani, my destination. In his “Four Books on Architecture”, Palladio wrote: “There are three things in every building (as Vitruvius says) that have to be considered, without which none deserve credit; these are usefulness or convenience (commodità), durability and beauty […] Beauty will derive from a graceful shape and the relationship of the whole to the parts, and of the parts among themselves and to the whole, because buildings must appear to be like complete and well-defined bodies, of which one member (membro) matches another and all the members are necessary for what is required.”1
18713
(Arrival early afternoon at the Villa Pisani, Bagnolo di Lonigo, near Vicenza, for my
exhibition next month with Nelio Sonego. Very fine weather.) How, with a little light, can one index what is already there, before our eyes, especially when everything appears so correct and sufficient in itself? How, at the same time – in the same space and with the same material and the same light – can one symbolize the exposition of the world in our eyes? How can one respond in particular, here, to this architecture and this landscape which seem to need nothing more? How can one fit into this construction, typical of the Italian Renaissance, designed in the 16th century by Andrea Palladio – the Villa Pisani in Bagnolo di Lonigo –, indisputably impressive, but also simple, well-balanced, functional and rational, and what is the best way to become part of this site? And how can one be brought at the same time to relate immediately, in a special and existential way, to this environment, to interact with it physically and to grasp and understand its clarity and its usefulness, its precision and its beauty?
18714
(Villa Pisani, Bagnolo di Lonigo. Yesterday evening, trial photographs. Beautiful weather, pleasant warmth, full moon.)
The two works I have designed for the Villa Pisani can be seen as contrapuntal responses, discreet but present, to what Palladio produced here. They are artificial éclairages using projected, directional, framable and focusable light: four projections of light which respond to each other, two by two. Inside, in the main hall shape in the form of a cross, in the evening or at night, two almost identical projections face each other, replicas responding to each other. The flux of the projected light cuts out two complete discs, the lower half of which is plane on each of the two walls (except for the two square openings formed by the two small windows on the inside walls) and the upper half is distorted by each of the two large, “thermal”, semi-circular windows, embracing the vault. Outside, at nightfall, two other projections, one on each side of the building, cover with light the edges of the east and west facades; tangent to the angles of each façade, they are cut off by them. Identically designed, these replicas respond to each other. But these two half discs of light are, as it were, complements, distant in space, and reversed. The projections are situated at each end of the diagonal of the construction, on each side of the median line crossing the villa, and they light up, index and “open up” the two opposite angles of the volume, the envelope of this piece of architecture. But there is also the moon - even if it is not my creation! – which forms an integral part of what is here before our eyes, just like the sky, the half-urban/half-rural horizon and the rest of the night landscape. When the moon is situated in the angle of the visitor’s vision and is visible, it becomes (as tonight) the focal point. Magnificent!
18715
(Villa Pisani, Bagnolo di Lonigo. Photographs, in the rain, yesterday evening.)
In addition to the four light projections, temporarily installed and working intermittently, there was also the rain and, as a result, the disappearance of the moon... Is everything that is apparent likely to disappear one day? Nothing of all this is here for ever, neither the people using and visiting this place nor the works themselves, neither the villa nor the site. Not even the moon. For each, it is simply a question of time, of varying duration!
Isn’t it possible, however, to hope that art will still appear as a field in which, in our world and at our time, we can ask ourselves why it is that what is obvious, simple and universal (or, at least, durable) should be so beautiful in our eyes, and even, one might say, so good for our lungs or, in a word, so stimulating for our psychological, physical and mental well-being?
Is there, in all this, an elevated, long-term vision or a low, short-sighted view, a form of blindness even? Is there some useful function here, or simply vanity? A hint of lucidity or an excess of naïvety? A touch of realism or too much idealism? “Remember that one is sometimes convinced of the correctness of a view by its simplicity or symmetry, i.e., these are what induce one to go over to this point of view. One then simply says something like: “That’s how it must be”2 is the way Ludwig Wittgenstein puts it, in a rather abrupt but very clear and extremely pertinent way.
(Extracts from my Notes numérotées (Numbered Notes), written on the 18712th, 18713th, 18714th and 18715th days of my life and concerning my intervention for the Nelio Sonego, Michel Verjux exhibition at the Villa Pisani Bonetti, Bagnolo di Lonigo, from 29th September to 4th November, organized by the Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art, together with A arte Studio Invernizzi, Milan.)

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